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mercoledì 16 giugno 2010

Perle da New Journalism - parte 1: suicidio dei giornali


I giornali non saranno uccisi ne' da Internet ne' dalla free press, come non lo sono stati dalla radio e dalla televisione. Sono semmai condannati ad un lento suicidio se giornalisti, direttori ed editori non riusciranno a ripensare il modello, alla luce delle mutate condizioni dell'informazione nel villaggio globale. Cosa occorre? meno ripetizioni delle notizie passate alla radio ì, alla televisione e su internet. I giornali non dettano più l'agenda degli altri media, ma prevalentemente la subiscono attraverso un rimbalzo condizionante: internet- tg- quotidiano. Se vogliono sopravvivere, i giornali devono riconquistare questa funzione al più presto. Inseguire il flusso delle news già presente su internet, radio, televisione e quindi già consegnato al lettore, è la strada verso il suicidio.

E' necessario andare a cercare i lettori: il lavoro dei giornalisti è essere dove la gente li vuole e non dove vogliono loro. Il lettore oggi è libero di scegliere dove, come e quando leggere le notizie con un'equidistanza da tutti i quotidiani, messi sullo stesso piano di raggiungibilità dalla rete. E' la gerarchia del lettoreche si impone, non quella dei caporedattori. I giornalisti non sono più padroni delle notizie. I quitidiani devono tornare ad imporre l'agenda setting sfruttando la forza che altri mezzi non hanno: un numero di giornalisti da mandare fuori per cercare notizie, spunti, idee di prima mano. Occorre riscoprire il valore del testimone libero, intelligente, curioso, capace di appassionarsi per ciò che appassionerà anche i lettori. perduta l'esclusività delle notizie, occorre tornare alla qualità dell'informazione.

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